I consigli del nostro medico sociale: la sindrome compartimentale

05.10.2023

La sindrome compartimentale

 

Trattasi di una forma di dolore acuto, violento ed improvviso che compare in pieno benessere durante attività sportiva.

Colpisce in prevalenza la muscolatura del tricipite surale (muscolatura del polpaccio), ma può interessare qualsiasi altro distretto muscolare.

Si presenta come una fitta trafittiva che impedisce di continuare a mantenere l’intensità di lavoro fino a quel momento possibile.

Si differenzia dal crampo sia per le modalità di comparsa che per l’origine.

Mentre infatti all’origine del crampo si possono riconoscere più cause: dalla disidratazione che è la più frequentemente) alla carenza di ioni (sodio, potassio, calcio, magnesio) che può essere ben prevenuta dalla dieta e dall’assimilazione di integratori specifici; dall’accumulo di scorie prodotte dall’esercizio fisico (acido lattico, ammoniaca, radicali liberi) all’eccesivo accorciamento delle fibre per mancati esercizi di stretching. L’insorgenza è di solito progressiva e comunque se ne avvertono i prodromi mentre, nel caso della sindrome compartimentale, l’origine va cercata nella mancata distensione della guaina (perimisio) che avvolge ogni fascio muscolare.

La rigidità della fascia comporta una compressione sulle fibre superficiali nel momento della loro contrazione, ma soprattutto un ostacolo al flusso sanguigno capillare con conseguente ischemia (mancato rifornimento di sangue al muscolo) e ciò comporta una immediata contrazione violenta accompagnata dalla comparsa di un dolore insopportabile.

Si è quindi costretti a rallentare l’intensità del movimento anche se viene consentito di mantenere un ritmo più blando.

A differenza poi del crampo che in genere non lascia postumi, la sindrome compartimentale non scompare nell’immediato e necessita di terapia.

Questa consiste in bagni di contrasto (caldo/freddo) che aiutano a rilassare la fascia, esercizi per detendere la muscolatura (con attenzione), ma soprattutto si avvale della terapia manipolativa manuale o con utilizzo di vetrini o altri attrezzi atti a rompere le fibre irrigidite e liberare così dalla morsa i fasci muscolari.